Da diversi anni, grazie all’innovazione tecnologica, si sfrutta la possibilità di utilizzare le biomasse forestali per alimentare impianti di riscaldamento domestici. Il vantaggio è relativo all’efficienza, al comfort e all’affidabilità, il cui livello è simile a soluzioni con gasolio o gas. Esistono poi installazioni impiantistiche di ultima generazione, che prevedono il funzioni di caricamento automatico del pellet per esempio, oltre alla pulizia automatica. E ancora la regolazione tramite telecomando da remoto e integrazione con i pannelli solari. Cercando di limitare l’effetto inquinante e risparmiare in termini di costi, i vecchi camini hanno lasciato spazio a stufe e caldaie a biomasse. Di seguito parleremo proprio di queste opzioni per orientarci verso il riscaldamento ecologico.
Che cosa sono le caldaie a biomasse
Tali strutture sono progettate con l’utilizzo di materiali che arrivano dall’atmosfera, per non contribuire o incidere sull’effetto serra. Sono quindi l’alternativa all’uso di gas metano o gasolio. Andremo a scoprire come funzionano, parlando dei combustibili che rientrano nelle biomasse.
Legna
Viene utilizzato in ciocchi ed è preferibile sempre verificare che abbia un livello di umidità mai superiore al 25%. Si ottiene questa percentuale con un minimo di 12 mesi di stagionatura, necessaria per ridurre condensati corrosivi e la fumosità. Chi si orienta su impianti più recenti può garantirsi fino al 90% del rendimento, pur sapendo che bisognerà effettuare la ricarica almeno un paio di volte al giorno. Inoltre, la cenere che si forma è da svuotare a mano ogni due o tre giorni.
Pellet
Si ottiene dalla segatura degli scarti industriali del legno e si presenta in piccoli pezzetti cilindrici di 6-8 millimetri. La produzione parte da diverse tipologie di biomasse legnose e segatura di legno, che non dovranno però presentare sostanze tossiche o vernici. Il pellet è quindi un prodotto naturale che garantisce alta resa ed ha un potere di calore pari a 4200 kcal/kg. E’ migliore rispetto al cippato e nei confronti della legna ha un potere doppio di riscaldamento. Ha bassa umidità, che si assesta al di sotto del 12%.
Cippato
Il materiale è ancora una volta il legname, di qualità inferiore però, che viene sminuzzato in maniera molto meno precisa rispetto al pellet. Con il cippato si recuperano gli scarti che altrimenti risulterebbero inutilizzati. Può essere di tre tipi, in base al contenuto usato per crearlo. Si usa soprattutto nel caso di impianti centralizzati o per il teleriscaldamento poiché servono caldaie a biomassa sofisticate.
Sansa di olive
Nasce da un processo di estrazione dell’olio d’oliva, dal nocciolino e dai residui della polpa. Lo stesso nocciolo infatti è considerato un ottimo combustibile e ha alto potere in termine di calore generato.
Quali sono i vantaggi legati alle caldaie a biomasse
Sono diversi i benefici che si ottengono con le caldaie a biomassa, partendo prima di tutto dal calore prodotto dai combustibili vegetali. Inoltre vi è un risparmio in termini di costi rispetto a quelli fossili, con una riduzione che va dal 20 al 50%. Ma i costi sono inferiori anche per la gestione stessa dell’impianto, considerando anche il prezzo della biomassa. Sarà più basso se acquistato durante il periodo di bassa stagione, quindi in estate.
Chi ha registrato consumi elevati dovrebbe prendere in considerazione il passaggio alle biomasse, poiché l’investimento iniziale viene poi recuperato sfruttando detrazioni o incentivi statali.